Descrizione
Si avvisa il gentile pubblico che potrebbero verificarsi variazioni di date e spettacoli non riconducibili a responsabilità del Teatro Comunale Traiano.
Si raccomanda la massima puntualità: a spettacolo iniziato NON SARA’ CONSENTITO L’ACCESSO IN SALA, per non arrecare disturbo alla rappresentazione e al pubblico presente.
DOPO LO SPEGNIMENTO DELLE LUCI IL POSTO ASSEGNATO NON E’ PIU’ GARANTITO.
SARA’ POSSIBILE RIOCCUPARLO, EVENTUALMENTE, DURANTE L’INTERVALLO.
In Re Lear, sia l'ordine medievale che quello rinascimentale dei valori si disintegrano. Tutto ciò che rimane alla fine di questa incredibile carnevalesca pantomima è la terra vuota e sanguinante. Su questa terra apocalittica, il Re, il Matto, il Servo e il Pazzo continuano all’infinito il loro “dialogo distratto.”
Lo spettacolo si concentra sul momento chiave dell’intera tragedia rappresentato dalla tempesta che colpisce Lear proprio mentre vaga nella landa desolata per allontanarsi dal disastro combinato con le “amate” figlie. Lear accompagnato dal conte di Kent, (sotto le mentite spoglie di un servo) e dal fedele Fool (che interpreta qui quasi un alter ego dell’esilio della fedele figlia Cordelia), assiste inerme allo sconvolgimento dell’ordine naturale.
In The Invention of the Human Harold Bloom scrive: "Entriamo piangendo alla nostra nascita, sapendo con Lear che la creazione e la caduta sono simultanee". Lear ama solo sé stesso e la mancanza d’amore che l’ha indotto alla follia. Ma durante la tempesta quel povero re subisce una metamorfosi, al cospetto della furia della natura diviene umile, non ha bisogno di cercare rifugio, non percepisce il dolore, comprende che il suo vero dolore è più profondo. La tempesta è il culmine del caos a cui alla fine Lear deve arrendersi tornando uomo tra gli uomini, debole, amareggiato, stanco, ma finalmente spoglio di quella corona che lo ha condotto alla distruzione. A pagare le conseguenze della “cecità” dei genitori, saranno i figli.
La tragedia di Re Lear è sempre stata riconosciuta come una perfetta rappresentazione dell’umana condizione. Soprattutto nel XX secolo, la popolarità del dramma è cresciuta esponenzialmente. Con l’avvento dell’esistenzialismo in filosofia, le considerazioni di Lear sull’essere e sul “nulla” sembrarono stranamente appropriate e di fatto, opere come Aspettando Godot di Beckett potrebbero essere viste come una forma di riscrittura del King Lear. Proprio come Vladimir ed Estragon di Aspettando Godot di Samuel Beckett i personaggi di “Aspettando Re Lear ” sembrano ereditare e abitare il vuoto che rimane dopo la sublime tragedia del premonitore Re Lear di Shakespeare.
Quando tutto è andato perduto nel mondo instabile di Lear, non rimane nulla, ed è proprio questo nulla con cui prima di tutti Edgar, dovrà fare i conti. Lear è l'incarnazione del patriarca, del monarca e della gloria dell'era europea allo stesso tempo. La sua morte denoterà la caducità di quei sistemi di potere di cui i nostri personaggi ora abitano le rovine, come sprofondati nel nulla.
"Nulla" è una parola e un concetto insolitamente onnipresente sia in Re Lear che in Aspettando Godot. È come se Re Lear prevedesse l'inevitabile nulla che ci attende come risultato del fatiscente ordine permanente, proprio come Aspettando Godot ci rivela quel che accade dopo che "il vecchio cade".
A chi è rivolto
Prettamente a un pubblico adulto.
Date e orari
02 nov
03
nov
Costo
A pagamento.
BIGLIETTI:
Platea €38,00 + €4,00 prev.
Galleria/balconata €28,00 + €3,00 prev.
BIGLIETTI RISERVATI AGLI ABBONATI
Platea €29,00 + €3,00 prev.
Galleria/balconata €26,00 + €3,00 prev.
BOTTEGHINO:
Teatro Traiano
Corso Centocelle, 1 - 00053 Civitavecchia
www.teatrotraianocivitavecchia.it
Botteghino del teatro
dal martedì al sabato orario 09,00 - 13,00 / 15,00 - 19,00
Apertura in caso di spettacolo: domenica e festivi 16,00 - 17,30
Biglietti online su ticketone.it
Info: 0766370011 - botteghino@teatrotraianocivitavecchia.it
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Ultimo aggiornamento: 30 settembre 2024, 12:21